IL GIARDINO DI CASA CUSENI
La ricerca della spiritualità nell'arte
Casa Cuseni Library & Study Center
I CENTO ANNI DEL GIARDINO DI CASA CUSENI
Il Giardino di Casa Cuseni, completato nel 1920, è una straordinaria opera dell’ingegno umano, una creazione intellettuale voluta da una raffinata committenza britannica forte del pensiero romantico di John Keats, di Percy Bysshe Shelley, di Lord George Byron, degli insegnamenti socio-politici di John Ruskin, dell’Arts and Crafts di William Morris e della grande spiritualità tipica di quel periodo. Questo giardino, ricco di arte, storia, botanica e teosofia, nel corso del secolo scorso, travagliato da grandi conflitti mondiali e rivolgimenti socio-politici ha, invece, mantenuto inalterata la sua autenticità e la sua originalità. Pubblichiamo i primi cento anni della sua storia, consapevoli che il solo modo per difendere il patrimonio artistico di Casa Cuseni è la conoscenza e la sua fruizione.
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Ernest Hemingway "The mercenary", 1919
Disponibile per la sponsorizzazione
Già da molto tempo insiste la notizia sulla presenza di Ernest Hemingway a Taormina. Molti sono stati gli autori che hanno pubblicato questa informazione, pochi quelli che hanno cercato di capire come ha fatto il grande scrittore americano Ernest Hemingway, nel 1918, a ritrovarsi a Taormina, allora ancora un luogo selvaggio seppure già molto ospitale. La Fondazione Casa Cuseni ha fatto le dovute necessarie ricerche pubblicando sul sito istituzionale della Fondazione i relativi risultati.
Frank Brangwyn La Dining Room di Casa Cuseni
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“Le sedie, molto eleganti, hanno lo schienale tripartito con dolci elementi curvi e verticali simili ai disegni di Charles Rennie Mackintosh. La piccola credenza, meno goliardica rispetto alle sedie, è una versione rivisitata e aggiornata di un modulo di Sheraton/Hepplewhite con intarsio a scacchi Arts and Crafts. Il tavolo da pranzo, rotondo, tipico dello stile medioevale, pesante ma delicato, di Philip Webb (Morris e co.). Lo stile della sala non può essere ricondotta ai mobili e alle decorazione del tardo Settecento inglese. La tipologia medievale di Morris/Webb è chiaramente rivelata dalla presenza di pioli di legno e dell’intarsio a scacchiera, tipico del fine artigianato dell’Arts and Crafts Movement, ricordando Gimson, il Barnsleys, le scuole di Cotswold e l’Art Nouveau nei grigio-azzurri e nelle linee curve e morbide delle figure dei murales. Gli elementi rettilinei riportano alla mente le griglie di Josef Hoffmann. Questa vasta gamma di repertori non sorprende visti gli stretti rapporti di Frank Brangwyn con gli esponenti delle altre correnti artistiche. La sala da pranzo di Casa Cuseni è un memoriale per comprendere l’interior design di Frank Brangwyn. Questa camera è una sintesi tra la moderazione, la semplicità del design del XX secolo, il calore del legno, e le capacità artigianali tipiche della tradizione dell’Arts and Crafts con la vivacità sommessa dell’Art Nouveau, tutti meravigliosamente riunite in una concezione altamente personale, dove la cifra stilistica non deve alterare la funzione prevista per la camera”.
FRANCESCO SPADARO
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Ceramiche persiane
Il segreto della leggerezza
Fondazione Robert Hawthorn kitson
Casa Cuseni - Taormina
Indice
© Fondazione Robert Hawthorn Kitson
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Divieto di riproduzione anche parziale
dei testi e delle immagini
Fondazione Robert Hawthorn kitson
Casa Cuseni - Taormina
Via Leonardo da Vinci, 5
98039 Taormina
Testi e ricerca
Francesco Spadaro
Progetto grafico e foto
Egidio Marisca
VASETTO | BICCHIERE CON MANICI |
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BROCCA | COPPA |
COPPA CON BORDO A TESTA PIATTA | COPPA |
GRANDE PIATTO | COPPA |
COPPA | COPPA |
La produzione fittile persiana nel XII-XIII secolo d.C. nel sito di Karshan - Iran
I ceramisti persiani del XII° secolo proposero una innovazione tecnica straordinaria, la cosiddetta pasta fritta, un composto ottenuto miscelando silice, materiale vetroso polverizzato e una piccola parte di una speciale finissima argilla bianca spesso importata da luoghi diversi da quelli di produzione. Il materiale vetroso polverizzato per tale miscela era prodotto da sabbia e da soda ottenuta per calcinazione di piante, portate a temperature sufficientemente alte per farle fondere in vetro trasparente.
L’introduzione della pasta fritta costituì un’innovazione importante che consentì ai ceramisti islamici di realizzare oggetti molto leggeri e molto resistenti che, decorati con invetriature trasparenti o colorate, furono in grado di competere, per bellezza e qualità, con le raffinate porcellane cinesi.
Abu’l Qasim, lo storico del tempo, ci racconta che la prerogativa di tale lavorazione aveva il duplice vantaggio di poter essere tirata molto sottile, in modo da rivaleggiare con le porcellane cinesi di altissima qualità e di magnifica fattura. I composti ricchi di silice avevano una solidità che la terracotta da sola non poteva avere, di contro però, erano difficili da lavorare poiché la scarsità di argilla limitava la plasticità del manufatto, costringendo i ceramisti dell’Islam persiano all’utilizzo di appositi stampi.In questa presentazione proponiamo alcune ceramiche di altissimo pregio,
realizzate in Persia prima dell’invasione Mongola, la quale porrà definitivamente fine a questo splendido momento artistico.
Vi presentiamo manufatti realizzati tra il XII° e XIV° secolo nella regione di Tape Siyalk (Kashan). In alcuni di essi è evidente l’influenza del vicino Egitto e della Siria, visibile nella decorazione degli oggetti prima della smaltatura finale.
Presentiamo una coppa monocroma in bianco opaco con decorazione segreta e fondo in madreperla, un vaso e due coppe monocrome blu cobalto, due coppe monocrome, una verde ed una turchese, tutte realizzati con un composto di pasta fritta e decorate a pennello, completate con l’invetriatura, ovvero la verniciatura dell’oggetto in una glassa di vetro fuso trasparente e colorato, in turchese, in verde, in blu o in altre tonalità di colore. Per ottenere il verde, l’ossido di rame veniva ridotto con il piombo o ossigenato con la soda per ottenere il turchese; il colore bruno del lustro veniva realizzato con l’utilizzo di altri ossidi metallici. Vi sottoporremo eleganti scritture epigrafiche in cufico e un lustro con epigrafe bene-augurale.
Questi oggetti sono stati collezionati Robert Hawthorn Kitson durante i suoi numerosi viaggi in terra d’oriente, tra il 1910 ed il 1930, e rappresentano una piccola ma omogenea testimonianza delle capacità artigiane ed artistiche dei ceramisti persiani della regione di Tape Siyalk (ovvero Kashan) durante il periodo XII-XIV secolo d.C.
Il restauro di questi manufatti è stato curato dall’archeologo di fama internazionale dott. Dinu Adamesteanu, tra il 1955 ed il 1957.
VASETTO
Vaso piriforme in pasta artificiale fritta con invetriatura verde rame e decorazioni in nero, simili a girasoli. Kashan, XII secolo. Misure: Altezza cm 8. Diametro cm 10. Numero di archivio 64.
BICCHIERE CON MANICI
Corpo in pasta artificiale fritta con invetriatura molto spessa in verde, Kashan, XII secolo. Sotto l’invetriatura disegni geometrici. Misure: altezza cm 10 - larghezza cm 10. Numero di archivio 65. Il bicchiere appare privo di manici e rotto nella parte alta, che presenta una decorazione che non è possibile interpretare. Originariamente l’altezza del manufatto era di circa 13 cm.
BROCCA
BROCCA
Corpo in pasta artificiale fritta lavorato su uno stampo, con invetriatura blu cobalto. Kashan (?), XII secolo. Misure: altezza cm 33 - larghezza cm 23. Numero di archivio 75. Il collo dell’oggetto è decorato con semplici elementi circolari mentre la bocca ha la forma di una coppa tipica delle lavorazioni iraniane, con bordo estroflesso. Sei introflessioni verticali accentuano la svasatura della parte alta della brocca. L’invetriatura blu cobalto è molto spessa. Questa brocca è decorata
COPPA
Corpo in pasta artificiale fritta con decorazione in nero sotto un’invetriatura blu cobalto. Iran, XII secolo d.C . Misure: larghezza del maggiore diametro cm 21. Larghezza della parte alta della coppa cm 18,5. Larghezza al piede cm 7. Numero di archivio 93. Coppa su piede ad anello e parete arrotondata con invasatura introflessa. Il motivo decorativo è presente solo sulla parte alta della coppa, per meglio evidenziare il colore dell’invetriatura. Il motivo decorativo all’interno è limita
COPPA
Corpo in pasta artificiale fritta con un’invetriatura blu cobalto. Piede ad anello con bordo leggermente estroflesso. Sei elementi verticali dividono la superficie esterna della coppa in altrettante zone, tutte decorate, tono su tono, con disegni fantastici di raro riscontro in altre decorazioni coeve. Misure: diametro cm 20, altezza cm 14. Altezza degli elementi verticali cm 10. Kashan, seconda metà del XII secolo. Numero di archivio 94-95.
GRANDE PIATTO
GRANDE PIATTO
Terracotta dipinta in lustro su un’invetriatura bianca opaca e tocchi di turchese, Kashan, XII secolo. Misure: diametro maggiore cm 33. La parte centrale, decorata con epigrafe in cufico, è invasata, e misura cm 17. Numero di archivio 102. Presenta una scrittura circolare ed al centro una figura stilizzata. Sul retro del piatto la pittura a lustro presenta motivi circolari concentrici, dal centro della composizione al margine esterno Lo spessore del pennello è diverso, più ...
COPPA
COPPA
Corpo in pasta artificiale fritta con invetriatura bianca opaca, Kashan, XII-XIII secolo. Misure: diametro 16,5 cm - altezza 7 cm. Numero di archivio 108.
Intagliando la superficie dell’oggetto prima che esso sia completamente asciutto si ottiene un lavoro traforato. L’invetriatura molto densa copre questi piccoli tagli, disposti regolarmente e armonicamente sulla superficie a formare uno schema a griglia geometrica, creando un effetto che in Cina era noto come “a chicco di riso”...
COPPA
COPPA
Corpo in pasta artificiale fritta con invetriatura bianca opaca, Kashan, XII-XIII secolo. Misure: diametro 16,5 cm - altezza 7 cm. Numero di archivio 108.
Intagliando la superficie dell’oggetto prima che esso sia completamente asciutto si ottiene un lavoro traforato. L’invetriatura molto densa copre questi piccoli tagli, disposti regolarmente e armonicamente sulla superficie a formare uno schema a griglia geometrica, creando un effetto che in Cina era noto come “a chicco di riso”...
COPPA
COPPA
Corpo in composto non omogeneo per la presenza di terracotta, su piede ad anello e parete arrotondata con invasatura classica. Il motivo decorativo all’interno è limitato al fondo della coppa, in azzurro turchese sotto una invetriatura giallo opalina, Iran, XI secolo d.C. Misure: cm 16 di diametro e 10 cm di altezza. Numero di archivio 140 Bis.